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Con i sistemi di allerta la riscossione è scelta forzata


Si scrive Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, ma si legge Codice della riscossione «indotta»: è l’impressione che si ha leggendo l’art. 25 novies appena introdotto dall’art. 6 dello schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri

Si scrive Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (Ccii, dlgs 14/2019) ma si legge Codice della riscossione «indotta». Questa è l'impressione che si ha leggendo l'art. 25 novies appena introdotto dall'art. 6 dello schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri il 15 giugno scorso (si veda ItaliaOggi del 16 giugno) che aspetta solo di essere pubblicato in Gazzetta ufficiale per diventare legge. Le novità diventeranno operative dal prossimo 15 luglio, come prevede l'art. 389 del Ccii.

Una data necessaria a permettere che l'Italia sia in linea alla direttiva (Ue) Insolvency (2019/1023) che ha richiesto anche al nostro paese di introdurre maggiore flessibilità al diritto della crisi d'impresa e arricchire gli strumenti per agevolare il risanamento precoce delle imprese in difficoltà. Il nostro legislatore aveva già dato corso all'adeguamento del diritto della crisi d'impresa da diversi anni e in ultimo era arrivato a emanare il 12 gennaio 2019 proprio il nuovo Ccii. Erano così tante le novità che l'entrata in vigore era stata spostata in avanti di vari mesi (la prima data era il 1° settembre 2019). Data via via rinviata a causa della pandemia. L'aspetto più complicato, tuttavia, anche per la crisi economica scatenatasi post Covid-19, era stata la previsione

Covid-19, era stata la previsione dell'introduzione dei sistemi di allerta che la riforma Rordorf, recepita con il Ccii, prevedeva. Si trattava delle segnalazioni interne ed esterne obbligate dagli artt. 14 e 15 del Ccii. Sistemi di allerta poi rinviati definitivamente al 31 dicembre 2023. I problemi e le storture dei sistemi di allerta erano molte e le critiche, infatti, sono arrivate da vari fronti. Come segnalato da ItaliaOggi Sette (si veda la pubblicazione dell'8 marzo 2021) il recepimento della direttiva Insolvency e l'introduzione dei nuovi sistemi di allerta del nuovo Ccii potevano generare più danni che benefici, poiché le regole erano state pensate per un sistema ante pandemia (e ante conflitto Russia-Ucraina). La deadline per recepire la direttiva, però, è il 17 luglio e, così, il governo ha messo mano alla riforma della riforma del Ccii.


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